giovedì 9 agosto 2012

IL FURTO DI FISCHER. LIKE A CANDLE


Sono all'Arsenale. Una porta aperta e molta gente. È il luogo dove espone Urs Fischer. Un Ratto delle Sabine di Giambologna 'like a candle'


ph. by Giodì, all rights reserved



Quasi un souvenir da accendere nelle notti d'estate in qualche party a bordo piscina, se non fosse per quella figura maschile, a grandezza naturale, a cui fiammeggia l'intelletto come ai tempi dell'Enciclopédie. 

La sua sedia da ufficio che arde all'apice dello schienale...stranezze dell'arte d'oggi, dagli effetti sorprendenti. E il pubblico gradisce questo estatico tormento, trittico tra arte antica, uomo moderno diviso tra la contemplazione del sublime (il bello che si consuma o che è consumato) e l'alienazione del quotidiano ufficio/pensiero.


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Si arde e ci si illumina a questa Biennale dal sapore antico.

Avevo già avuto modo di apprezzare la potenza evocativa di Urs vedendo dal vero l'installazione potente, evocativa, ancestrale: una casetta di Hänsel e Gretel che invece di essere fatta di dolci è fatta di solo pane, anzi di una varietà cospicua di pane, simbolo di vita, che diventa tetto (abitazione) e che si disgrega a seconda di un movimento, di un'intemperie, del tempo.

Le opere di Fischer come gigantesche nature morte di oggi, potenti, evocative, ancestrali.

Autore: Giovanna M. Carli




Photo by Giodì, Giovanni Tancredi e Tafi
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